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Recensioni

 

“Each piece comprising the new album from Giuseppe Finocchiaro is strikingly picturesque.  The Italian pianist adds some Spanish and Arabic influences to his trio’s modern sound, but these seem less like attempts at music inventiveness than simply additional textures to manifest his potent imagery.  The swirling melody of “Taranta” and the brisk cant of “Verana” and the cheerful tones of “Español” chart a range from focused intensity to bright sunniness, while tracks like “Suspendido a Ti” and “Winter” and “Paris” sink into contemplation and stillness and peace.  On its face, it might appear that Prospectus presents two separate tones, running parallel to one another and never quite coalescing.  However, no matter how the trio ultimately expresses each musical scene, the music radiates an intimate warmth, and that is what joins these pieces into one cohesive series of images.
Just a really enjoyable modern piano jazz recording.”

(Bird is the Worn)

 

 

“…In “Prospectus” le musiche del pianista, compositore, arrangiatore e didatta Giuseppe Finocchiaro, sono l’espressione di immagini, sensazioni ed esperienze personali. La rievocazione sonora supera però l’ovvio ruolo descrittivo diventando riflesso diretto della propria emotività. Un lavoro molto piacevole dotato di un’ottima musicalità e libero da inutili orpelli.”

(Marco Calloni – Blogfoolk)

 

 

“…Quella di Giuseppe Finocchiaro è una musica d’ impronta eurocolta, densa di suggestioni narrative, che procede per immagini, tinti di Jazz, di tradizioni musicali dell’area mediterranea, di reminiscenze argentine.”

(ADV – Jazzit)

 

 

“…Pregevole…un talento che si rivela in un crescendo di virtuosismo e sperimentazione. Non appartiene alla scuola dei pianisti melodici alla Allevi/Einaudi e quindi non ha una presa immediata sull’ ascoltatore profano tanto per intenderci. Non ammalia il pubblico, la sua è una musica pregevole, ben suonata e realizzata.”

(Marco Sonnino – AudioPhileSound)

 

 

“…La fremente Espanol è una pura iniezione di adrenalina. L’appassionato sermone improvvisativo di Finocchiaro brilla per radiosa cantabilità e struggente senso melodico. Il pianista cesella un eloquio sussurrato, colmo di grazia e gusto, ad alto tasso comunicativo. Giuseppe Finocchiaro narra sé stesso attraverso la sua musica, senza indossare maschere di comodo.”

(Stefano Dentice – Strumenti e Musica)

 

 

“In un’epoca in cui imperversano con i loro pianoforti ammaliatori, affabulatori e incantatori di serpenti, la musica del pianista siciliano Giuseppe Finocchiaro giunge come una ventata di aria fresca nel panorama jazzistico italiano. La premiata ditta “Steinway & Sons” ringrazia per l’ottimo uso di una delle sue creature.”

(Alessandro Nobis – Il Diapason)

 

 

“…Il calore del Mediterraneo è la costante, Finocchiaro realizza un lavoro di canzoni delicate e profonde con un autentico capolavoro Ricordi d’Infanzia che è il fluire morbido di un pianismo evocativo e sincero che non mostra cedimenti.”

(Achille Iachino – Rondò)

 
 
“…Il pianismo di Finocchiaro si ammanta di venature contemporanee senza svilire il linguaggio jazzistico al contrario ne connota i contenuti, arricchendolo di sapori, colori e suoni della cultura di appartenenza. Le composizioni Attraverso e Ricordi d’Infanzia si distinguono per il raffinato tocco pianistico.”
 
(Fedeltà del Suono)
 

 

 

“Da una delle anime artistiche della Dodicilune, quella più legata all’ esplorazioni delle atmosfere e dei paesaggi sonori arriva “Incipit”, secondo lavoro a proprio nome del pianista catanese Giuseppe Finocchiaro. Ottimo controllo dinamico spiccata propensione per gli efficaci spunti melodici e soprattutto grande abilità nello sfruttare le possibilità espressive del suono puro del pianoforte.”

(Val. C. – Jazzit)

 

 

“Pianista dalle influenze indecidibili, Finocchiaro unisce Il Jazz alle tessiture armoniche della musica popolare, ottenendo un risultato eccellente. Il disco è sottile, minimale a tratti, mai uguale a se stesso e molto elegante. Un ottimo ritorno sulle scene, aspettando il suo piano solo.”

(D. d’A. – Jazz Magazine)

 

 

“…Riconducibile alla tradizione del Jazz europeo, anche se ricorda certe atmosfere meditative del trio di Bill Evans.”

(An. Rig. – Jazz Colours)

 

 

“…Una tavolozza di contrappunti melodicamente intinti di solarità. I tasti del piano con Finocchiaro sembrano bimbi presi per mano e condotti nell’inseguirsi giocoso di un battito, un’esotica vertigine chiude l’esibizione del Trio con una “Taranta” di tribale eleganza.”

(Vincenza Di Vita – Il Cittadino di Messina)